venerdì 25 novembre 2011

padrone del mondo

Ed eccomi qui, solita giornata, soliti giri, solite questioni da risolvere. Oggi però in effetti l'ho presa molto molto meglio, più positivamente. Saranno state le feste del mio bassottino al risveglio, forse il caffè uscito quasi quasi buono-bevibile, oppure la signora che mi ha ringraziato 100 volte per averla fatta passare in fila alla cassa? Diciamo che un bel pò di sorrisi fanno proprio bene. Anche se sono sicuro che la cosa migliore sia stata il caffè.. e si cazzo, non ci si può svegliare e bere un caffè schifoso. NO NO e NO.
Quindi prospettive future di questo weekend? diciamo la speranza di lavoricchiare un pò di più, non chiedo molto, magari di riuscire a fare qualche scatto ( che ne ho un fottuto bisogno ) e passare un pò di tempo con mio fratello e mio padre.
Magiare magari qualcosa di buono, e poi.. sentirmi il padrone del mondo!
Altro??!

Si, tagliarmi questi cazzo di capelli !

S.

lunedì 21 novembre 2011

e se ho promesso non lo faccio più

" è uno di quei giorni che tu non hai conosciuto mai... beato te, si beato te! "

Questa canzone mi ha scosso abbastanza questa sera. Per tanti motivi, per tante parole e per tanti pensieri. Perchè non so ancora a volte cosa voglia dire toccare il fondo. Perchè a volte credo che tutto stia tornando sulla giusta via, e invece boom, via, tutto spazzato in una frazione di secondo. Il crollo totale della realtà, delle forze e della speranza. Non ho rimpianti nella mia vita quello no, però ci sono giorni in cui quel domani che verrà e che si vedrà lo vedo lontano anni luce. Ma cosa mi regge ad andare avanti ancora? Il sorriso di una persona amata? la carezza di una donna che mi vuole bene? la telefonata di un padre che forse inizio a sentire vicino come non mai? Lo sguardo di un bambino? Forse è la mia voglia di vivere, la mia voglia di non abbassare lo sguardo e vergognarmi di quello che mi è successo. Forse quello mi rende un uomo, un vero uomo. L'ammettere di avere bisogno. Che serve un aiuto. Di chiedere.
E' dura e io ci credo. Non prometto, non lo faccio più. Ma ci provo, più di prima.

S.

mercoledì 9 novembre 2011

autumn in my soul

Ieri camminando per strada, ho per la prima volta detto "bravo Stefano, fai bene a portare sempre la macchinetta dietro!".
Mi son trovato davanti a questa strada, con le foglie a terra e un muro in piena curva che portava chissà dove. In realtà io so dove orta, ma non ve lo dico. Però vi dico che ho immaginato questa foto subito in bianco e nero, che ho immaginato la seconda capovolta che mi fa pensare a un cielo che piange.
Perchè alla fine l'autunno è questo no? cade tutto, le foglie, la gente, la pioggia... Però mi piace, perchè da la speranza che qualcosa torni a fiorire. Come quelle foglie a terra, che sembravano rincuorarmi, come se volessero dirmi di essere contento. Che tutto andrà bene e tornerà a posto. Alla fine le ho ringraziate. Perchè se lo meritano un grazie, per quello che fanno per noi. Ma forse ce lo siamo dimenticati...
Per questo credo che l'autunno sia decisamente entrato nella mia anima.
E concludo con questa poesia, che tanto mi fa pensare alla vita di ogni giorno...

Soldati

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

- Ungaretti -

S.

lunedì 7 novembre 2011

La musica nelle vene

Ho sempre pensato che la musica fosse una delle colonne portanti della mia vita.
C'è una canzone per l'amore, una per la rabbia, una per un ricordo di una persona speciale, una per un evento.
Eventi. Si perchè alla fine la vita è tutto un avento no? Causa-Effetto. Teoria. Teorie.
Ho sempre creduto che la vita fosse fatta da noi, che io Stefano mi creo il mio futuro.
Non credo alle botte di culo. O alla sfiga.
Piuttosto credo nella sfida. E nel fato, o destino, chiamatelo come volete.
Ho constatato che la mia vita infatti sia stata una sfida, un correre contro il tempo, un conoscere prima i problemi che non avrei dovuto affrontare io, un sapere e vedere situazioni prima del dovuto. E questo si che è sfidare la vita. A suon di bacchetta, come un orchestra nel suo momento clou, io sfidavo gli eventi e li affrontavo. Buttandomi giù e poi rialzandomi, si ammaccato, ma mai distrutto. E tutto ciò è stato il mio destino. Con addetta colonna sonora. La musica, quella parola in cui mi rifugio quando arrivo al culmine dei miei momenti vitali. Come oggi. Come un giorno di tempo grigio, quasi piovoso.
Che non promette niente di buono.
O forse si?
Musica maestro.

S.

mercoledì 2 novembre 2011

Imparare a sorridere

Eccomi qui, in effetti non scrivevo da tempo, forse troppo.
Mi mancava avere un diario dove inserire tutta la mia giornata, la mia vita e i miei pensieri.
Questa sera, tornando a casa, in stazione sceso dall'autobus, per la strada ho visto delle persone, e credo fossero poveri. Erano li su quelle panchine di marmo grigio bucherellato, seduti uno di fronte all'altro e li vedevo parlottare. Ovviamente il mio istinto curioso mi ha portato ad avvicinarmi e vedere cosa facevano.
Giocavano a carte!
Quasi non ci credevo, ma loro erano intenti a spaccarsi dalle risate su un settebello appena preso, e una scopa mancata di un soffio.
Bevevano una bella birretta, forse calda perchè loro un frigo non lo hanno, ma se la godevano lo stesso.
E in quelle mani scure, in quei volti stanchi, vedevo serenità. Vedevo un accontentarsi che a me non è mai piaciuto. Vedevo un adattarsi che io ho sempre odiato. Vedevo una vita scorrere. Sofferenza. Ma pur sempre, le ombre dei loro occhi emanavano felicità. Si sono adattati ormai a quella vita ? Si sono arresi?
Non lo so, però loro per quei 10 minuti sono stati i miei eroi. Eroi che ogni mattina si svegliano non si sa dove, senza un letto o un posto dove scaldarsi. Senza una casa. Senza una ragione per vivere.
Mentre me ne andavo, vedevo tanta gente che andava via dalla stazione, vedevo la giornata finire. E guardandomi indietro ho immaginato quei Signori sulle panchine che tra loro dicevano :
"beh, forza andate tutti a casa, siamo stanchi anche noi e vogliamo andare dentro a riposare."
Forse quella sarà la loro casa stanotte.
Da quei minuti ho imparato che forse loro, nel dramma delle loro giornate hanno imparato a sorridere.
Scopa.

S.