mercoledì 25 luglio 2012

quel concetto fatale

"Non avrei voluto mettere la mia bocca sul suo fiato: la mia bocca non avrebbe capito nulla di quello che esalava dalla sua, avrebbe solo succhiato alla cieca, da ladra spudorata di aria del suo respiro."


[Erri De Luca - Tu, mio.]

giovedì 19 luglio 2012

soffi di vita

Inizia tutto quando ti versi un bicchiere di coca cola, mentre vedi quel liquido marrone goccioloso scendere giù ti accorgi all'improvviso dello scoppiettare delle gocce di gas che ti arrivano all'orecchio e fanno fermare tutto. Ti fermi ad osservare quello che hai intorno, da un pezzo di pizza morso sulla punta, al tovagliolo arrotolato sul cartone, la bottiglia di acqua e il telecomando dell'aria condizionata. Giri la testa e vedi lo stereo suonare i Coldplay, e la canzone ovviamente non è a caso, "speed of sound". Davanti a te c'è una sedia vuota, e un computer acceso che ti aspetta a breve per tornare a lavoro. A sinistra vedi gli strumenti di lavoro, da macchine fotografiche a faretti, e poi uno specchio in cui ti vedi riflesso. E la vergogna mi porta a girarmi subito e a tornare a scrivere, senza un motivo valido. Sorseggi ancora un pò di coca cola e pensi a cosa accadrà tra qualche tempo, pensi che quella coca cola come altre cose finisce sempre troppo presto. Fa male, ma è facile da digerire, e questa potrebbe essere la metafora e l'essenza della mia vita negli ultimi tempi. Lo stereo intanto suona ancora, questa volta tocca a "Viva La Vida" .
Ti alzi piedi, aumenti il volume e fai qualche salto di danza, da solo, con gli occhi chiusi e sorridi. Tutto così rapido che torni a sederti, ti lavi le mani e poi decidi di buttare giù l'ultimo sorso di coca cola. Apri la bocca e lo lasci li per un pò, a sentire le gocce giocare a solleticarti la bocca, la lingua e i denti. Senti tutte le bolle che scoppiano come in una primavera di fiori, e alla fine fai scivolare tutto giù. 
Questi sono i soffi di vita, questi sono i momenti in cui sei solo e da solo fai i conti con tutto ciò che hai intorno, tutto quello che vuoi e tutto quello che la vita ti ha regalato.
E aspetti che arrivi, con un trepidare più forte di un bambino che aspetta di aprire i regali di natale.
E poi "Fix You" cantata da un Chris Martin da brivido...


"Le luci ti guideranno a casa 
e accenderanno le tue ossa 
ed io proverò a stabilirti" 



S.

lunedì 16 luglio 2012

lo capisci

Perchè alla fine lo capisci che le cose vanno così. Puoi incazzarti, provarci e pensare di stare calmo e tranquillo anche quando hai il sangue che nelle vene va in ebollizione. Bolle e bolle di rosso fuoco che non ti fanno dormire nemmeno 5 minuti la notte. Schizzi di rosso sul muro, sugli occhi e sulle mani.
Sempre rosso. Rosso. 

Oh che colore il rosso. Scalpiti, pensi di avere ragione, cerchi risposte subito ed immediate tanto da pensare quasi follemente che hai ragione.
O no?
Ma poi capisci che devi riprendere il controllo, devi far qualcosa e ricominciare, riprendere contatto, riprendere fiato e tornare ad osservare come solo tu sai fare. Torni in sella pedali, prendi aria e chiudi gli occhi e aspetti.
Un soffio di vento, un cercare per strada ed ecco li la risposta bella e pronta.
La afferri, la controlli, la riprendi e poi vai via. 

Bastava così poco...




S.

mercoledì 11 luglio 2012

la riconsegna

E così se ne va un altro pezzo di vita, altri anni, altri tempi in cui hai creduto fortmente. Torni in quel posto vuoto, per l'ultima volta, e ti guardi intorno e inizi a vedere i fantasmi di tutte le persone che sono state li, tra quei tavoli di legno e su quelle mattonelle di cotto che oggi sembrano ancora più morte. Guardi un mobile che prima copriva una parete, vedi una cucina vuota e piena di pezzi di ferro e pentole buttate a terra. Vedi il manico di una pentola, bicchieri di birra impolverati, una spina ormai vuota da troppo tempo. E ripensi, con quel mazzo di chiavi a ciò che hai fatto e ciò che non hai fatto. Le chiavi le stringo forti in mano che mi lasciano il segno, mentre un tizio qualsiasi scrive su un foglio a righe di te, di quel tempo e di quelle mura. E ti senti derubato, svuotato, spaccato a metà da una penna nera a sfera, che va via veloce.
Passo ancora le dita sul ferro delle chiavi, su quei denti che aprivano il weekend delle serate d'inverno, e so che sto per abbassare per l'ultima volta questo pezzo di vita, ancora una volta io, da solo a chiudere e affrontare questa prova.
Mi giro e riconsegno il mazzo. Il maltolto. Ciao.
Mi rimetto in sella, mi alzo sulle gambe e riparto.
E oggi mi sento meno solo, mi sento dare forza, la forza che arriva da dove meno mi sarei aspettato tempo fa. Ed è bellissimo.
E mi sento meno fallito. Fallito. Fallito. Fallito. Fallito.
Basta basta..
Perchè le cose vanno come devono, e io oggi rimetto le mie cuffie e riparto, pedalando ancora e ancora. 


"Le carezze sui graffi si sentono di più."




S.

martedì 3 luglio 2012

a te

Eccomi qui, a tornare a parlare di te e di quanto ogni giorno senta la tua mancanza.
Sono ormai passati otto anni da quando hai pensato che era meglio prendere la tua strada e ci hai salutato tutti un pò così, senza preavviso e senza spiegazioni.
Il mio tono è stato per anni un pò severo, non ho accettato questa tua decisione perchè ti ho pensato un pò egoista, che forse avevo bisogno ancora di te e che dovevi esserci qui con me. Allora ho pensato che forse dovevo farmi meno male cercando di non pensarci, cercandoti di meno e evitando le realtà.
Poi però ho capito che non vanno così le cose, che l'egoista ero io che ti volevo ancora qui, che ero io quello che doveva prendere la strada giusta e cominciare il percorso.
L'ho capito tardi, ma meglio che mai no?
Siamo stati così bene insieme, e questa foto in cui mi sorridi come solo tu sapevi fare me lo fa capire bene. Scendono sempre lacrime a scrivere di te, perchè ci sono sempre tanti rimpianti dentro, di mille cose che vorrei dirti e mille che vorrei raccontarti.
Ma oggi so che i tuoi occhi sono dietro di me, li sento, li sento più che mai ed è bellissimo quando ti chiamo e mi appari così, con un battito di ali di farfalla o una coccinella che si posa sui miei occhiali.
Io lo so che ci sei, mi chiedo ancora dove, ma lo scoprirò presto.

E ti dico grazie, perchè te lo meriti.


Ti penso.
Nonna Lilly.


S.