mercoledì 11 luglio 2012

la riconsegna

E così se ne va un altro pezzo di vita, altri anni, altri tempi in cui hai creduto fortmente. Torni in quel posto vuoto, per l'ultima volta, e ti guardi intorno e inizi a vedere i fantasmi di tutte le persone che sono state li, tra quei tavoli di legno e su quelle mattonelle di cotto che oggi sembrano ancora più morte. Guardi un mobile che prima copriva una parete, vedi una cucina vuota e piena di pezzi di ferro e pentole buttate a terra. Vedi il manico di una pentola, bicchieri di birra impolverati, una spina ormai vuota da troppo tempo. E ripensi, con quel mazzo di chiavi a ciò che hai fatto e ciò che non hai fatto. Le chiavi le stringo forti in mano che mi lasciano il segno, mentre un tizio qualsiasi scrive su un foglio a righe di te, di quel tempo e di quelle mura. E ti senti derubato, svuotato, spaccato a metà da una penna nera a sfera, che va via veloce.
Passo ancora le dita sul ferro delle chiavi, su quei denti che aprivano il weekend delle serate d'inverno, e so che sto per abbassare per l'ultima volta questo pezzo di vita, ancora una volta io, da solo a chiudere e affrontare questa prova.
Mi giro e riconsegno il mazzo. Il maltolto. Ciao.
Mi rimetto in sella, mi alzo sulle gambe e riparto.
E oggi mi sento meno solo, mi sento dare forza, la forza che arriva da dove meno mi sarei aspettato tempo fa. Ed è bellissimo.
E mi sento meno fallito. Fallito. Fallito. Fallito. Fallito.
Basta basta..
Perchè le cose vanno come devono, e io oggi rimetto le mie cuffie e riparto, pedalando ancora e ancora. 


"Le carezze sui graffi si sentono di più."




S.

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